DIENG: dal Senegal senza sapere l’italiano, ora insegna alle superiori

«Difficile ignorare gli sguardi di sufficienza dei genitori degli studenti»

È arrivato a Ravenna dal Senegal quattordici anni fa e ha cominciato la scuola in terza elementare senza capire una parola di italiano, oggi è un insegnante alle superiori. Hamed Dieng ha 25 anni, vive a Mezzano e insegna laboratorio tecnico all’istituto professionale Callegari, dove si è diplomato. «Il rapporto con gli alunni è splendido – dice il giovane insegnante –, la vicinanza di età mi dà modo di capirli e di comunicare con loro in modo efficace ed è bello vedere come le nuove generazioni siano abituate alla multiculturalità. Le classi sono composte da alunni di nazionalità diverse, già dall’asilo, è una cosa normale e nessuno studente si è mai mostrato intollerante». Con i genitori però è diverso: «Alcuni sono stupiti di vedermi dietro alla cattedra, ed è difficile ignorare gli sguardi di sufficienza e sospetto. Dicono di essere meravigliati dalla mia giovane età; io non credo che il motivo sia quello, ma tanto non lo ammetterebbero mai».

Nato e cresciuto a Louga, città di 80mila abitanti nelle campagne senegalesi, nel 2009 Dieng si è trasferito con la madre e i quattro fratelli nel ravennate, dove il padre già lavora come autista dalla fine degli anni ’80. «Quando sono arrivato in Italia mi sono sentito come un pesce fuor d’acqua. Ho iniziato la terza elementare ed ero confuso, non conoscevo nessuno e non capivo niente di ciò che mi veniva detto. Ho avuto la fortuna di avere mio fratello gemello in classe con me e quella di essere affiancati da un mediatore culturale messo a disposizione dalla scuola. Siamo stati i primi alunni neri dell’istituto, ma non abbiamo mai subito episodi di razzismo dai compagni, solo tanta genuina curiosità».

Dopo il diploma al Callegari, Dieng ha inviato una richiesta di Mad (Messa a Disposizione) per la cattedra di laboratorio tecnico dell’istituto: «A ottobre 2019 sono stato assunto per una sostituzione durata fino all’estate, e poi sono stato richiamato ogni anno. Non avrei mai pensato di fare il professore, ma durante le superiori ho scoperto la passione per le materie tecniche di indirizzo del laboratorio Lte come saldatura o disegno tecnico al computer e già negli ultimi anni di scuola organizzavo ripassi di classe nelle ore buche o offrivo qualche ripetizione».

L’anno scolastico appena iniziato è il primo di Dieng come professore ordinario, grazie al concorso pubblico straordinario dedicato agli insegnanti con esperienza di almeno tre anni. Passare in così poco tempo dai banchi alla cattedra dello stesso istituto ha permesso al senegalese di instaurare un rapporto diverso con i colleghi: «All’inizio non sapevo se chiamarli per nome o “prof”, come avevo sempre fatto da studente. Conoscere così bene l’istituto e i colleghi mi ha permesso di inserirmi nel mondo lavorativo senza problemi».

L’ambiente scolastico però sembra un’eccezione, secondo l’esperienza di Dieng: «La città di Ravenna non è mentalmente aperta come sembra. Soprattutto in ambito sportivo, giocando a calcio e calcetto, mi è capitato spesso di ricevere insulti razzisti dagli spalti, la dimensione scolastica invece sembra lontana da queste dinamiche».

Un articolo su Ravennaedintorni.it 01 10 2023

Data ultima modifica: 6 ottobre 2023