Ilaria Salis e il passato da prof nei licei di Milano

«Ama la cultura, riusciva a far appassionare i ragazzi ai libri»

L’insegnante detenuta a Budapest è stata supplente di Lettere negli istituti Cardano e Gian Battista Vico a Corsico. I genitori: «Eravamo entusiasti della sua presenza, vederla ora in quelle condizioni è uno choc»

Quando la sua immagine in catene davanti ai giudici ungheresi ha fatto il giro d’Europa, la chat dei genitori di una classe del terzo anno del liceo «Cardano» è letteralmente esplosa di messaggi. Il primo ad accorgersi che quello era un volto conosciuto è stato uno dei figli, un alunno: «Ma quella è la prof che ci ha fatto supplenza l’anno scorso!». Proprio lei, Ilaria Salis, l’insegnante che, a detta dei genitori, riusciva a «far appassionare i ragazzi ai libri». Due mesi in sostituzione della titolare della cattedra di lettere nell’istituto superiore «Cardano», quartiere Lampugnano (Milano), tra novembre e dicembre 2022. Poi, dopo le vacanze di Natale, Salis, la militante antifascista da 14 mesi in carcere preventivo a Budapest, ora candidata alle Europee con Alleanza Verdi e Sinistra, ha trascorso un altro mese di supplenza al liceo «Gian Battista Vico» di Corsico.

Queste sono le ultime due esperienze lavorative dell’insegnante cresciuta a Monza e poi trasferitasi a Milano prima del suo , arresto, avvenuto a febbraio 2023 e del successivo calvario giudiziario. Da allora è chiusa in carcere, e sotto processo con l’accusa (da lei respinta) di aver aggredito due neonazisti durante un raduno di estremisti neri.

Così la «prof» è finita al centro di una vicenda diplomatica tra Roma e Budapest, tornata di stretta attualità con l’iscrizione nelle liste di Avs.

«A prescindere dalle opinioni che si possono avere in merito, vederla in quelle condizioni, con i ceppi alle mani e alle caviglie, è stato scioccante. Prima ancora che una nostra collega, è una persona: penso che almeno questo possa mettere tutti d’accordo», commenta Paola Molesini, preside del «Cardano», istituto da 1.600 studenti sotto il Monte Stella a San Siro.

«In qualche modo, la situazione va risolta. Questo non vuole dire dare giudizi d’innocenza, ma chiedere comunque un trattamento umano. Di lei non ricordo molto, non ho avuto modo di conoscerla a fondo».

Ilaria Salis è stata una delle tante supplenti che si alternano durante l’anno scolastico. Insegnanti che restano nella scuola per poco tempo e poi si trasferiscono altrove, in base ai posti disponibili nelle graduatorie. Ma tra i ragazzi che l’hanno avuta come supplente, la militante anarchica sembra aver lasciato un ottimo ricordo.

Uno dei papà degli studenti, un avvocato milanese, lo conferma: «È stata insegnante di Lettere per mio figlio in seconda, lo scorso anno. Politicamente ho idee lontane dalle sue, ma nel ruolo di professoressa ho avuto solo riscontri positivi. Mio figlio, grazie a lei, apriva i libri volentieri. Tornavo a casa la sera, e lo trovavo con i Promessi Sposi aperti sulla scrivania».

In quel periodo, l’avvocato ha avuto anche l’occasione di conoscerla: «Mi è sembrata una donna che ama la cultura a tutto tondo. Si poteva parlare di qualunque cosa, ed era molto disponibile al confronto». Un ritratto lontano dalla Salis «barricadera» da centro sociale: «Noi genitori, come i ragazzi in generale, eravamo entusiasti della sua presenza. È stato un dispiacere perderla come insegnante, ma ancora di più, ovviamente, è stato uno choc vederla in quelle condizioni».

Un articolo di diFederico Berni e Giovanna Maria Fagnani - corriere.it

Data ultima modifica: 3 maggio 2024